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Giove Saturno Acquario

Solstizio d’inverno 2020. Congiunzione Giove–Saturno, una nuova ‘stella cometa’.

Solstizio, 21 dicembre 2020

2020 anni fa, o verosimilmente qualcuno in più, pare che i Re Magi si siano messi in cammino seguendo i presagi di un grande evento annunciato dalla comparsa in cielo di una cosiddetta stella cometa, un evento astronomico arrivato a noi con questo nome poetico.
Oggi sappiamo che una delle tesi più accreditate in ambito archeo-astronomico riconosce nei Magi un gruppo di sacerdoti-astronomi provenienti dal nord della Persia e identifica nella cometa la congiunzione in cielo di Giove e Saturno che allora accadeva nella costellazione dei Pesci.

Si tratta dello stesso movimento che in questo complesso 2020 Giove e Saturno hanno compiuto in cielo, avvicinandosi progressivamente l’uno all’altro verso un incontro di massima prossimità che avviene nel giorno del solstizio, il 21 dicembre 2020, a 0°29’ del segno dell’Acquario.
Abbiamo potuto osservare chiaramente la loro danza di avvicinamento nel cielo limpido delle notti d’estate, i primi due corpi celesti ad ‘accendersi’ dopo il tramonto.
Per quanto suggestiva da osservare, una congiunzione Giove-Saturno non è però un evento raro, accade sistematicamente ad intervalli di 20 anni circa, ma ciò che rende questo incontro particolarmente rilevante in questo 2020 è il suo presentarsi esattamente nel giorno del Solstizio, a pochissimi giorni di distanza dall’ingresso dei due pianeti nel segno dell’Acquario.

Giove, chiamato nei secoli scorsi il Grande Benefico, lo conosciamo e riconosciamo per la sua grandezza e riflessa luminosità. A lui sono associati i naturali moti di espansione dell’animo umano, la fiducia recondita nella possibilità di essere sempre un po’ piu grandi di quanto ci percipiamo e la capacità di trovare intuitivamente un senso a tutto ciò che accade, mossi da una fiducia irriducibile nella spontanea benevolenza della vita e nel suo intrinseco significato.
Saturno, il Senex del sistema solare, ultimo pianeta visibile al nostro sguardo umano, veglia sugli spazi cosmici che gli si aprono dinanzi e si assicura che tutto ciò che vuole giungere a noi da quelle immensità possa essere distillato ed infuso nelle forme compiute della vita su questo piano di esistenza.
Espansione e ispirazione dunque, unite in un processo di concreta ed efficiente integrazione, un lanciarsi verso nuovi orizzonti immaginati, intuiti, percepiti e resi possibili da un’intelligenza pratica e funzionale che si assicura che il volo dello spirito possa trovare radici e crescere in vigore e corporeità.

La congiunzione di Giove e Saturno nel primo grado del segno dell’Acquario, inaugura un lungo ciclo di congiunzioni fra i due pianeti che nei prossimi 200 anni accadranno solo in segni d’aria e vorranno portare una rinnovata vitalità nelle idee ed ideali ai quali ispiriamo il nostro stare qua sul pianeta.
Sappiamo che l’Acquario riflette l’esperienza archetipica del vivere collettivamente, in coesione, collaborazione, cooperazione. In un certo senso è il superamento dell’esperienza gerarchica del Capricorno, basata invece sul rispetto delle regole e delle norme che ci diamo sul piano politico, sociale, economico. È in questa tensione fra Capricorno e Acquario, fra gerarchie e collettività che pare estrinsecarsi uno degli aspetti più complessi e delicati che questo 2020 ci ha posto di fronte.
È sotto gli occhi di tutti la pressione che le istituzioni su scala globale stanno sostenendo per far fronte alla crisi pandemica e senza entrare ora nel giudizio di valore che si può attribuire alle scelte che vengono compiute, è evidente che quest’ultime non sono sufficienti a sanare le criticità che ci si presentano ora e si presenteranno nel nuovo anno.
In questa prospettiva la congiunzione Giove-Saturno in Acquario è messaggera di una direzione che il cosmo ci riflette, una via di sviluppo auspicabile che evoca la necessità di crescere insieme e trovare soluzioni nuove, ispirate alle visioni più audaci che si agitano nei meandri del nostro inconscio collettivo, da sempre lì, in attesa di prendere forma.
E’ come se un’umanità non più bambina fosse chiamata a dare prova di sé, a testare il proprio valore e a dare forma all’essere in cui si vuole trasformare, mettendo in discussione i principi sui quali è cresciuta, i modi in cui è stata educata, e filtrare fra ciò che vuole preservare e ciò che invece riconosce essere un limite, un abbraccio soffocante, una visione ridotta e deformata di sé.
Si sa che un futuro nuovo non può essere creato con le immagini del passato, di ciò che è sempre stato così e che ci siamo abituati a credere che sempre lo sarà.
Questo solstizio e i transiti che si preparano per il nuovo anno sono un invito alla creazione di nuove visioni, all’esercizio del pensiero indipendente e alla messa in discussione di ciò che crediamo di essere. Forse questa volta per crescere abbiamo bisogno di sognare un pò come i bambini.

Buon ritorno della luce nelle nostre latitudini nord e buone feste!
Un abbraccio,
Maria