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Astrologia e Coronavirus

Coronavirus e il linguaggio del pianeti. I transiti del 2020.

Giugno 2020

Dopo alcuni mesi dall’esplosione del coronavirus su scala planetaria è sempre più evidente che la crisi che stiamo affrontando sia di portata ben più ampia della già di per sé enorme emergenza sanitaria. Osservata da più prospettive la pandemia in corso pare presentarsi come il catalizzatore di un cambiamento forzato, un varco, un portale, per usare una metafora in uso in questi tempi. Come varcheremo e dove approderemo è cosa incerta, l’unica certezza, o meglio, l’auspicio che si sta facendo strada nell’opinione collettiva è la necessità di trovare risposte condivise ad una crisi che da tempo si annunciava in numerosi ambiti del nostro vivere insieme sul pianeta.
In un certo senso potremmo equiparare il virus ad una creazione della nostra collettiva necessità di trasformazione, quell’elemento che forza la perdita dell’assetto conosciuto e costringe ad una revisione che avremmo diversamente rimandato. All’inizio di giugno 2020 è già ben visibile l’effetto spartiacque che il virus ha generato, un prima e un dopo, un ‘evento’ collettivo che impone nuove direzioni, esacerbando e rendendo evidenti le vulnerabilità del nostro sistema di vita in comune e sollecitandoci ad abbracciare nuove visioni.

In ambito astrologico, la narrazione che si evince dal linguaggio dei pianeti nel loro transitare offre l’opportunità di inserire gli eventi mondani in una griglia di significato più ampia che ha il beneficio di proporre una finalità, in antitesi alla prospettiva che quel che accade accada un po’ per caso. Non che questo sia di per sé rassicurante data la complessità della situazione, ma quanto meno permette di rinvenire un filo rosso fra gli eventi e di poterli collegare all’interno di un processo di trasformazione più vasto.
I pianeti in sé non causano, piuttosto riflettono, sono sincronici a ‘qualcosa’ che si attiva nel campo di coscienza che è il cosmo e che sulla Terra si riflette in una specifica qualità che ogni passaggio di tempo assume nell’ambito dell’esperienza umana. L’interpretazione del transito dei pianeti è un pò come mettere un filtro sulla realtà che può aiutare nella messa a fuoco o fungere da lente d’ingrandimento. Non si tratta quindi tanto di fare previsioni in termini di eventi concreti, quanto piuttosto di osservare quali energie sono in gioco, quali dinamiche possono generarsi, rammentando che, seppur il presupposto sia l’attivarsi di certi temi piuttosto che altri e quindi un confronto in un certo senso forzato con alcune aree di esperienza, la risposta a questa attivazione è qualcosa che creiamo insieme in base al nostro agire individuale e collettivo.

Il movimento dei pianeti può essere visto come una grande composizione d’orchestra nella quale ogni pianeta suona la propria partitura che si mescola ed unisce alle altre generando la composizione complessiva.
Osserveremo in particolare il simbolismo della congiunzione di Saturno con Plutone e del transito di Nettuno e di Urano.

CONGIUNZIONE SATURNO PLUTONE
Il 12 gennaio del 2020 Saturno e Plutone si sono congiunti longitudinalmente nel loro moto di rivoluzione attorno al Sole sullo sfondo del segno del Capricorno al 23°, ed hanno dato inizio ad un nuovo ciclo nel loro percorso, un ciclo dalla durata media di 35 anni, un momento seminale nel quale le valenze dei due pianeti si alleano.
È alla luce di questa congiunzione che si è preparato il manifestarsi dell’evento pandemia.
Fra marzo e aprile 2020 Plutone è stato raggiunto da Giove e Marte sullo sfondo dei gradi finali del segno del Capricorno, significative congiunzioni planetarie queste ultime, indicative dell’esplosione del fenomeno pandemia sullo sfondo della congiunzione Saturno – Plutone.

Il Capricorno è l’ultimo dei segni di terra, è il segno nel quale perfezioniamo la nostra maestria sulla gestione della materia, della realtà fisica. È il segno collegato all’esperienza del massimo raggiungimento, dell’apice, della culminazione di un processo ed è un archetipo particolarmente rilevante in relazione all’esperienza del vivere sociale, delle leggi e delle autorità che lo regolamentano, così come dell’economia e della gestione collettiva delle risorse.
Saturno è il pianeta reggente del Capricorno, ovvero il pianeta che è più affine all’esperienza archetipica indicata da questo segno. È il pianeta che identifica il processo di definizione di confini psicologici e fisici, in affinità con la sua natura astronomica, ultimo pianeta osservabile ad occhio nudo. È il principio di strutturazione di un senso di Io, a livello individuale così come a livello collettivo e riflette una tendenza omeostatica volta alla stabilizzazione e autoregolazione dell’organismo. Attraverso la funzione rappresentata da Saturno dunque generiamo struttura, una struttura che idealmente andrebbe mantenuta flessibile a sufficienza da permettere trasformazione ed evoluzione nel tempo. Accade invece frequentemente che questa struttura si cristallizzi e irrigidendosi impedisca la creazione di nuove forme. Lo possiamo facilmente osservare in noi quando, raggiunto un certo livello di equilibrio e sicurezza, siamo restii ad apportare modifiche alla struttura della nostra vita per timore che il cambiamento, per quanto desiderato, possa catapultarci in un ignoto che a priori non possiamo controllare. Sarà capitato a tanti di constatare come spesso sia la vita ad intervenire in questa fase obbligandoci, attraverso eventi che percepiamo arrivarci dall’esterno, ad un confronto forzato con quel processo di trasformazione che non riusciamo ad attivare volontariamente.

E qui entrano in scena i pianeti oltre l’orbita di Saturno, Urano, Nettuno, Plutone e i trans-plutoniani, i pianeti associati a quel territorio che la psicologia chiama inconscio, personale e collettivo, quel luogo nel quale sono presenti i potenziali di un nostro essere più ampio. Sono questi pianeti ad essere in analogia con i grandi processi di trasformazione della nostra psiche individuale e collettiva, ciascuno con una sua specifica qualità.

Plutone è il pianeta associato ai grandi processi di distruzione e rigenerazione, morte e rinascita. Nel suo transito attraverso un segno distrugge le forme che sono divenute obsolete, non più allineate con il percorso evolutivo richiesto dal livello di coscienza che abbiamo più o meno consapevolmente raggiunto.
La sua qualità la possiamo riconoscere nella nostra vita in quei momenti in cui siamo confrontati con eventi di natura inesorabile, generatori di quelle crisi che ci confrontano con la necessità di cambiare. Time out potrebbe recitare il suo motto, tempo scaduto, la vita scorre ed evolve.

La congiunzione di Saturno e Plutone di gennaio 2020 riflette l’attivarsi di un processo di distruzione di forme divenute obsolete – Plutone – accompagnato dalla necessità di portare in manifestazione questa trasformazione – Saturno.
La crisi che stiamo attraversando può essere osservata dalla prospettiva di questo ciclo come il catalizzatore della necessità di un nuovo inizio o quanto meno di un riorientamento di cui il virus si è fatto portavoce. Il grande ingranaggio della nostra vita collettiva, sociale ed economica si è arrestato, qualcosa che non avremmo mai immaginato possibile e che per quanto catastrofico apre una traiettoria in un territorio inesplorato, che può altresì contenere proficue nuove vie di crescita ora inimmaginabili.

Facendo un passo indietro, già abbiamo avuto un’anticipazione del processo di destrutturazione indicato da Plutone quando nel 2008 ha iniziato il suo transito nel segno del Capricorno coincidendo con la grande crisi finanziaria che ha avuto inizio quell’anno e che può essere osservata come un segnale per la necessità di un ripensamento, di un riorientamento delle nostre economie. La crescita avvenuta durante gli anni (1996-2008) del passaggio di Plutone in Sagittario, archetipo di espansione, ha avuto bisogno di sostenere un test di realtà. È praticabile? È fruibile? Ha fondamenta solide? È come se una grande bolla finanziaria fosse esplosa nel momento in cui ha toccato terra.

Il bisogno di trasformazione e il bisogno di costruzione che la congiunzione Plutone e Saturno riflette a noi oggi sono due istanze che inizialmente si accompagnano a fatica, troppo antitetiche nella loro valenza-significato. Richiedono la lucidità di riconoscere ciò che va modificato e il coraggio di farlo, un assetto che richiede tempo per essere ottenuto.
Accade allora che nella realtà si manifesti una tendenza a polarizzare i due principi e ad intensificare le valenze di entrambi, come se andassero un po’ in corto circuito. Saturno riflette quella parte del collettivo che si irrigidisce ancorandosi a ciò che conosce, in un’ottica conservatrice, protettiva. Il potere distruttivo-rigenerativo di Plutone si manifesta spesso inizialmente nel suo aspetto più ‘ombra’, l’esercizio del potere in eccesso, in abuso. Le manifestazioni più regressive delle valenze dei due pianeti si mescolano quindi generando atmosfere accompagnate frequentemente da una tendenza repressiva, un tentativo di mantenere potere sulla struttura che si percepisce mutare, uno sforzo strenuo di preservare un controllo che si è già perso. Le norme si irrigidiscono. I confini si ergono ancora più rigidi.

Plutone fra il 2023 e il 2024 lascerà il Capricorno per entrare nel segno dell’Acquario dove transiterà fino al 2043. Saturno in aprile di quest’anno è entrato nel segno dell’Acquario, indicando la successiva tappa di questo processo e per tutto l’anno transiterà fra Capricorno ed Acquario in moto diretto e retrogrado creando una cerniera fra questi due grandi esperienze archetipiche e preparando la propria congiunzione con Giove a dicembre 2020 all’inizio dell’Acquario.

Il passaggio da Capricorno ad Acquario, pone l’accento sul passaggio dal viverci come umanità all’interno di strutture gerarchiche, verticali – Capricorno – verso strutture circolari – Acquario – dove la struttura gerarchica è al servizio della collettività ed è nutrita dai bisogni e dai valori che la collettività manifesta.
In questo senso l’umanità si sta muovendo verso un’accelerazione nella presa di consapevolezza di essere un grande unico organismo, una grande famiglia all’interno della quale tutte le parti hanno bisogno di essere accolte, rispettate, nutrite e questo è il cuore dell’esperienza dell’Acquario, il rivoluzionario progressista, il portatore del ‘nuovo’ sullo sfondo di un ‘vecchio’ che sta crollando, la possibilità di costruire nuove strutture attraverso una maggiore coscienza di gruppo.

NETTUNO IN PESCI – 2012-2025
Se osserviamo l’umanità come un unico grande essere, Nettuno riflette quei processi che generano avanzamento nella percezione di unità, attivando dinamiche di erosione dei confini di separazione.
Negli anni in cui Nettuno ha transitato in Acquario (1998-2012) coadiuvato dalla presenza di Urano in Acquario (1995-2003) siamo avanzanti nella direzione di sentirci un grande collettivo umano, attraverso la diffusione della tecnologia informatica che ha reso possibile uno scambio di informazioni rapido e costante, riducendo la percezione di isolamento gli uni dagli altri, favorendo esperienze di aggregazione e cooperazione e facilitando la formazione e lo sviluppo di un campo mentale collettivo.
Nel 2012 Nettuno ha iniziato il suo transito in Pesci (2012-2025), l’esperienza dell’unità ad un livello emozionale, del sentire e dell’empatia ed ha corrisposto a l’attivarsi di una spinta unificante della coscienza collettiva verso la creazione di un campo emozionale comune.

Saturno e Nettuno sono spesso associati alle pandemie per via della polarità confini- erosione dei confini che rispettivamente rappresentano. Per quanto i due pianeti non siano attualmente ‘in dialogo’ nel cielo, ovvero non sono in aspetto, sono però in comunicazione grazie alle tematiche di cui il loro transito nei segni riflette l’attivarsi.
In questa prospettiva dunque il virus ha oltrepassato ogni saturnino confine, ogni percepita separazione, abbracciando l’intero pianeta con la sua presenza e catapultando l’umanità in un’unica grande esperienza collettiva, un contagio che si è esteso a tutti e nessuno potrà considerarsi realmente guarito finchè non saremo guariti tutti.
Quello che ci tramandano le antiche tradizione di conoscenza è che la vita evolve in maniera unificante. A livello collettivo stiamo intensamente elaborando il concetto di confini e questo accadeva appunto già prima del virus, attraverso la rete, e nell’ultimo decennio attraverso l’intensificarsi del fenomeno di immigrazione verso l’occidente.
L’innalzamento dei confini che stiamo sperimentando ora attraverso la chiusura delle frontiere fra stati, la quarantena e il distanziamento sociale è sintomatico di una vecchia modalità di gestione sociale che sembra aver bisogno di essere rivisitata, come l’esacerbarsi di una difesa obsoleta che si sente minacciata.
Anche l’estremizzarsi delle tendenze nazionalistiche appartiene agli aspetti ombra del transito di Nettuno in Pesci: la mia gente, il mio clan, il mio Paese. È intuibile che la possibile crisi che si prospetta sul piano economico e sociale, richieda il superamento di questi nazionalismi.

URANO IN Toro – 2018-2025
La crisi ambientale sicuramente lo richiede.
Se oggi il pianeta è stato abbracciato dal virus, nel settembre del 2019 un abbraccio più rincuorante ha avvolto il globo attraverso la manifestazione dei ragazzi di tutto il mondo in difesa della Terra, un evento che ha risvegliato le masse alla consapevolezza di avere un problema e di doverlo guardare.
Urano è il pianeta collegato alla mente universale, alle idee che si manifestano repentinamente impossessandosi del collettivo e accelerando prese di consapevolezza.
È entrato nel segno del Toro nel 2018 e definitivamente nel 2019 dove vi resterà fino al 2025.
Il segno del Toro riflette l’esperienza della nostra fisicità, il confronto con il corpo, con la materia del nostro corpo e con la materia del corpo della Terra che ci ospita. È in analogia con il ‘dare corpo’ alle idee, al piano della mente che si incarna, al generare energia e al produrre sul piano fisico e di conseguenza è associato anche alla produzione di risorse, all’abbondanza economica, all’economia.
Il transito di Urano in Toro è un indicatore della possibilità di importanti trasformazioni sul piano della produzione, dell’economia, ma fondamentalmente indica la possibilità di passaggi importanti nella percezione che abbiamo della materia e della nostra relazione con essa.
Attraverso il virus si è andata esacerbando la consapevolezza della vulnerabilità del nostro corpo e sono emersi interrogativi sulla possibilità che l’inquinamento ambientale ed elettromagnetico abbia favorito il propagarsi del contagio in certe aree del pianeta. La crisi climatica stessa, per quanto diversamente interpretata in ambito scientifico, pone comunque l’accento sulla necessità di riconsiderare lo sfruttamento delle risorse del pianeta e di ritornare ad un rapporto con la natura che riduca l’inquinamento che generiamo.
Gli ultimi secoli della nostra storia ci hanno visti esasperare le conseguenze di quel caposaldo del pensiero occidentale che è la separazione fra mente e materia. Siamo vissuti nella percezione di noi stessi separati da tutto ciò che è esterno a noi, allontanandoci dalla relazione col cosmo e col pianeta che abitiamo e percependoci fondamentalmente separati da ciò che è esterno a noi ma anche gli uni dagli altri. La scienza ha osservato la realtà frammentandola, per poter ottenere un focus maggiore su ogni ambito e così facendo abbiamo perso la capacità di visione globale, la visione olistica del sistema e della nostra esistenza in esso.
Un evento come una pandemia è sicuramente un fenomeno che sollecita uno sguardo sinergetico, una visione che consideri le varie parti organicamente interconnesse. Quella che si prospetta è la necessità di un’azione combinata e coordinata di più soggetti per il raggiungimento di un determinato scopo che ora è la fine della pandemia e successivamente sarà verosimilmente il trovare soluzioni condivise per la ricostruzione di ciò che del nostro sistema di vita comune verrà da questo evento distrutto. Sembra che ci venga messa di fronte la necessità di riconoscere che nessuno si salva da solo e per l’andamento dei transiti planetari dei prossimi anni pare che questa presa di consapevolezza sarà sollecitata sempre più.
Per quanto il processo sia doloroso forse potremmo riemergere con uno sguardo nuovo su noi stessi e sulla relazione che ci unisce, immersi in questo unico corpo umanità nel corpo più ampio del pianeta. Un punto di non ritorno forse, ma auguriamoci che possa traghettarci verso la creazione di nuove forme di convivenza.

Oltre a quelli indicati numerosi altri transiti stanno riflettendo l’attivarsi di importanti processi di crescita.
In questo momento i pianeti sopra citati sono entrati in moto di retrogradazione, ad agosto anche Urano vi si unirà.
La retrogradazione indica quel fenomeno per cui i pianeti visti dalla Terra sembrano invertire il loro moto attorno al Sole. Sappiamo che è un effetto generato dalla diversa velocità dei pianeti rispetto alla Terra e per quanto un effetto ottico, questa fase di retrogradazione corrisponde al momento in cui ciò che si è attivato durante la fase in moto diretto del pianeta può essere metabolizzato ed elaborato più profondamente. Una fase dunque per riflettere su quanto accaduto, per interiorizzare, per assorbire e poter poi procedere nell’affrontare le sfide che queste tempo sta richiedendo.

To be continued…